La metà esatta (3) - Racconti di vent'anni, Giovanni Arpino

C'è chi si affida all'incipit e chi al finale per capire se un libro può fare o meno al caso suo. La cacciatrice di libri, invece,  li seziona al mezzo. Giusto un assaggio, senza spoiler, di un romanzo in lettura, quando la storia è già un bel po' sviluppata. E questo è La metà esatta 
Bentornati!
Vi dirò, questo caldo asfissiante mi sta prosciugando piano piano. Ho tantissime idee per il blog ma, tra impegni casalinghi (buuu!), polpino che è tutto uno scombussolio per via dei dentini e afa, soprattutto l'afa, son qui che languo davanti al pc, con la testa piena e vuota allo stesso tempo.



Tra l'altro, ho letto un estratto piccolo piccolo di Go set a watchman, della Lee, in attesa dell'edizione italiana. Magari ve ne parlo nei prossimi giorni.

Dato che non ho avuto modo di organizzare il post sulla gestione della libreria casalinga, oggi apriamo alla sua metà la raccolta di Giovanni Arpino, Racconti di vent'anni che ho iniziato a leggere proprio ieri. 

Per chi non lo conoscesse, Arpino è l'autore di Il buio e il miele, romanzo dal quale è stato tratto Profumo di donna, il film di Dino Risi con uno straordinario Vittorio Gassman (♥) e una altrettanto grande Agostina Belli, che ogni volta che passano in tv mi suscita sempre le stesse emozioni. Purtroppo in biblioteca "Il buio e il miele" non lo avevano, così ho ripiegato su questa mega raccolta contenente i racconti pubblicati da Arpino nel corso di vent'anni. 

L'estratto è tratto da pagina 304, considerando che i Racconti conta in totale 608 pagine. Ci troviamo all'inizio del racconto Gli amici del martedì grasso:


"Arrivano sempre prima di me, e quando io, ritardatario, apro la porta dell'osteria, urlano vedendomi, agitano le mani, si sollevano dalle sedie, da farmi vergognare per la mancata puntualità. Una volta sola arrivai per primo, premeditatamente, e dovetti aspettare da solo al lungo tavolo per quasi un'ora, davanti alla doppia fila di piatti vuoti e alle portate di salame, acciughe, peperoni già in ordine tra i bicchieri deserti.[...]
... si intorbidano nei vetri per le scosse anche minime, e diventano rissosi, o grevi, o polverosi e comunque perdono quel gaio smalto di bellezza e risonanza gastriche che tutti ci aspettiamo. Loro con le loro bottiglie, dunque, e io mi sento ogni volta più spoglio di un verme...

Giovanni Arpino, Racconti di vent'anni, p. 304, Mondadori 

Cosa ne pensate? Conoscevate già Arpino?

Ora vado, che il nanetto chiama :)


Buone letture ♥

1 commento

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