PRIMA DI SCOMPARIRE - Molia Xabi

TITOLO: PRIMA DI SCOMPARIRE (tit. or.Avant de disparaître )
AUTORE: Scrittore, regista e professore di cinema Xabi Molia, classe 1977, è considerato una delle voci di maggiore interesse della narrativa contemporanea francese. Il suo debutto avviene nel 2000, per i tipi di Gallimard, con il romanzo Fourbi. Ha una predilezione per la fantapolitica e la fantascienza, come dimostra anche Prima di scomparire, quinto romanzo dell'autore e il primo ad essere pubblicato in Italia.
TRADUTTORE: Stefano Lazzarin
EDITORE: L'orma
ANNO: 2012
PAGINE: 312
PREZZO: 14,50 €
eBOOK: no
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SINOSSI. Parigi, XXI secolo, tra qualche mese. L'amore al tempo delle catastrofi. 
Antoine Kaplan è un medico incaricato di identificare i primi sintomi di un morbo che trasforma i suoi concittadini in esseri bestiali e assetati di violenza. Sotto l'assedio degli «infettati», la comunità dei sopravvissuti affronta giorno dopo giorno le conseguenze del disastro: caos, carestia, clima di sospetto. D’improvviso la moglie di Kaplan scompare e Antoine, eroe suo malgrado, serio e determinato dalla costanza della ragione, s'inoltra nei meandri di una città allo stremo per ritrovarla. Intanto un misterioso pamphlet incita, in una lingua profetica e inconfutabile, a contribuire all’imminente estinzione della specie umana.

Il mio giudizio.


RECENSIONE.

Ci sono libri che ti capitano tra le mani per caso.
Che magari stai cercando qualcosa come "Le imprevedibili avventure cubane di Ekinte, il pinguino eschimese" e tra i titoli consigliati dal bot della libreria digitale ci trovi questo "Prima di scomparire", di Molia Xabi, autore dal nome e cognome intercambiabili per me, che non ho a portata di mano le pagine bianche di Parigi.

Prima di scomparire è anche uno di quei testi che in wishlist è stato poco, il tempo di trovarlo in offerta a metà prezzo e di cliccare su "Acquista" che ce l'avevo sul comodino. E anche sul comodino c'è stato pochissimo ed è stato divorato in pochi giorni.



La recensione, però, ha avuto bisogno di tempo.
Il tempo necessario a far sedimentare quello che avevo letto.
A capire perché, quello che sarebbe potuto entrare nella cinquina delle belle letture del 2015, di fatto si è piazzato al sesto/settimo posto.

Solo adesso, a più di un mese dalla lettura, sono risalita al perché della mia parziale insoddisfazione: l'ho letto partendo dal presupposto sbagliato, ho mancato il messaggio che l'autore ha voluto veicolare; ho creduto -a torto- che il finale spezzasse la tenuta della storia.

La verità è che Prima di scomparire è un romanzo che ti colpisce al cuore, e lì resta.
Una storia ben scritta, ben strutturata, che si accorda dannatamente bene al nostro attuale periodo storico. A questa Europa allo sfascio, a quest'umanità che vede nemici ovunque, fra i propri simili. A questi uomini che si odiano e non riescono a vedere quanto potrebbe essere diversa e migliore la nostra esistenza, se solo non fossimo così ciechi.

Prima di scomparire è un interessante romanzo post apocalittico, con una decisa componente filosofica di riflessione sul mondo, sull'uomo e sulla Francia. Il concetto ricorrente, quello che costruisce l'ossatura del romanzo, è il senso di colpa.
Per Xabi Molia il senso di colpa fa riferimento alla storia di una nazione (la Francia) che fa difficoltà a riconoscere gli errori del proprio passato (ved. Repubblica Di Vichy e guerra di Algeri), che preferisce ignorarli o considerarli "non rilevanti".
Un concetto, questo, che potremmo allargare all'Europa.

"Fatalità, come si suol dire. L'infelicità con cui nascono certe persone e di cui non riescono a liberarsi."
"La cosa non le interessava?"
"Forse, a dire il vero, non mi interessava abbastanza."  
[p. 293]

La storia si sviluppa in una Francia distrutta, con un governo temporaneo corrotto e fascista contro il quale lottano gruppi anarchici di ribelli; nel frattempo, una malattia misteriosa, a trasmissione sessuale, trasforma gli uomini in animali distruttivi, violenti e assassini.
In questo mondo prossimo allo sfascio, in cui alcuni sembrano cercare la distruzione e altri sono alla ricerca dell'uomo nuovo che li porterà alla vittoria, un uomo, Antoine Kaplan, cerca la moglie.
Non la ama, non si amano più, ma ha bisogno di lei. La sua scomparsa, improvvisa e inattesa, lo pone di fronte a se stesso, al suo passato e alle scelte fatte.

"Sua moglie, pensava talvolta con disprezzo, era una nube vorticosa di emozioni e idee che lei stessa non riusciva a catturare. Ma ora che non c'era, anche quella convinzione vacillava, e la sua scomparsa gli appariva sempre di più come l'ultimo tassello di un allontanamento che aveva imperturbabilmente seguito il suo corso, fin dal primo incontro o quasi."
[p. 56] 

Piano piano scopriamo che Kaplan, in un passato che nessuno conosce, è stato rinchiuso in un campo di quarantena perché sospettato, come tutti gli AB, di essere più esposto di altri al contagio. In questa nuova fase della sua vita, Kaplan si trova dall'altro lato del filo spinato, è uno dei funzionari incaricati di scovare e terminare gli infetti. Da vittima a carnefice, potremmo dire.

Attraverso il suo personaggio, Molia Xabi si interroga evidentemente sulla deriva di uno Stato o, forse, di un'intero continente. Nella perdita di valori e di un sentimento di umanità che ci porta a chiuderci di fronte agli altri, a ignorare i problemi di chi ci è prossimo, nell'illusione che questo possa, in qualche modo, far scomparire il problema stesso.


Perché un omicidio, secondo Hernandez, era la maggior parte delle volte qualcosa di molto banale.
"Una lite in famiglia, un'arma, uno scoppio d'ira, e il gioco è fatto. Mentre nel caso di un suicidio qualcuno ne ha percorsa di strada per arrivare a quel punto. Una strada complicata. A volte molto lunga. O magari invece solo un passo di lato, senza avvertire, così; il che è ancora più sconcertante. Lei che ne pensa?"
"Non lo so" disse Kaplan.
"Non lo sa" ripetè Hernandez con un sorriso.
[p. 136]

E allora la malattia, quel morbo misterioso che porta uomini ad accanirsi contro altri uomini, può essere letto come una chiara metafora della malattia di un intero paese, che dilania metaforicamente chi non riconosce come membro della propria comunità. Come appartenete alla propria "specie".

Libro nel libro, ci troviamo a leggere frammenti de Il progetto umano, vero e proprio vangelo degli "infettati" e programma di quello che è l'obiettivo finale dei ribelli, che gli infettati li cercano e che vorrebbero utilizzarli per portare l'umanità all'estinzione, convinti che sia la migliore delle alternative possibili.

"L'uomo ha fatto ciò che doveva fare. [...]Capitelo: non c'è stata devianza, non c'è stato tradimento. Non solo la catastrofe era prevedibile, ma faceva parte del progetto. E "desolazione" era l'ultima parola della vostra apoteosi."
[p. 109]

Ma Prima di scomparire è anche un inno alla speranza, alla possibilità di redenzione. Alla necessità, anzi, che si pervenga alla consapevolezza che l'errore è un dramma comune, che la colpa non è mai di un singolo, e che la forza dell'uomo sta nella capacità di riconoscere i propri limiti, i propri errori e di tentare di porvi rimedio.

Se vi capita sotto mano, perciò, leggetelo. Ne vale la pena.

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