Riserva indie cap. 3 - Intervista a Valentina Presti Danisi - GORILLA SAPIENS EDIZIONI


Riserva Indie è l'appuntamento dedicato alle interviste ai piccoli editori indipendenti. Quelli che, penne di corvo in testa e inchiostro sulle dita, lottano ogni giorno contro l'assalto dei grandi gruppi editoriali  ♥

Buongiorno e buon inizio di fine settimana, cacciatori di libri adatti a un weekend divanesco!

Dopo due mesi di silenzio, torniamo a far baldoria nella riserva indie con una nuova intervista a un editore indipendente.
Questo venerdì è la volta di Valentina Presti Danisi (aka Gorilla 1) una delle tre teste che si nascondono dietro gli occhialoni di Gorilla Sapiens Edizioni. Le altre due, che non hanno parlato ma ci hanno messo la faccia, sono Valeria e Serena :)

Con Valentina abbiamo parlato di editoria ma anche e soprattutto di cosa rende Gorilla Sapiens edizioni una realtà editoriale tanto particolare e unica; del rapporto tra editoria e social network e dei prossimi eventi gorilleschi.
E qui mi taccio, perché scoprirete tutto leggendo l'intervista e... ci troverete dentro anche un piccolo scoop ;)

Buona lettura!


Ciao Valentina e benvenuta! Partiamo subito con le domande che la curiosità scalpita e scalpiccia e non riesce a star ferma. La prima domanda, che ormai è una sorta di rituale dalle parti della riserva indie, riguarda il nome. Nella quarta di copertina di "Intanto, da qualche parte nello spazio..." viene fuori una cosa che io invece davo per scontata: Gorilla Sapiens non ha nulla a che vedere col romanzo di Sprague de Camp e Schuyler Miller e, di fatto, si tratta di una coincidenza del tutto casuale.
Visto che le coincidenze sono una roba affascinante, vogliamo parlare un po' di come e perché e chi ha scelto il nome e, soprattutto, chi è Gorilla Sapiens?

Gorilla2 e Gorilla3 si indignano
perché Gorilla1 risponde alle interviste
ma poi non vuole mettere una sua foto
Rispondo a ritroso: Gorilla Sapiens è un trio di sorelle che mettono su una casa editrice. Il nome lo abbiamo scelto collettivamente tramite un complesso meccanismo di input e output, per cui alla fine non abbiamo più idea di chi abbia proposto cosa. Ma quando è saltato fuori Gorilla Sapiens non abbiamo avuto più dubbi. Infine il perché… immagino futili motivi, come presentarci con una maschera e un nome buffi, che occultino opportunamente le nostre intenzioni malvagie.



In un paese che legge poco e che fa fatica a interpretare pure un meme, quanto è rischioso fare l'editore? E perché, nonostante tutto, avete scelto di percorrere una strada che assomiglia a un'arrampicata su alberi di vetro?

Bella l’arrampicata su alberi di vetro. Soprattutto per chi ha la stazza di un gorilla!
È chiaramente molto rischioso, ma per noi non è stata una scelta dettata dal “gusto del brivido”, quanto dal desiderio, forse disperato, di “tentare qualcosa”. Un diversivo, forse un digestivo, anzi un distensivo per i nervi, ignorando ingenuamente quanto questo lavoro i nervi li metta a dura prova.

A digitare "editore" su Google si viene letteralmente sommersi da una valanga di nomi. Qual è il rapporto del Gorilla con gli altri concorrenti? Ma poi ha senso parlare di concorrenza nel settore dell'editoria?

Forse si può parlare di concorrenza tra editori che pubblicano generi più commerciali. Nel nostro caso è un po’ diverso, perché ogni libro è unico, difficile da incanalare in un genere. Qualche volta siamo un po’ gelosi (leggi: rosichiamo) per qualche uscita di un altro editore che sarebbe stata bene anche nel nostro catalogo, ma decisamente senza malanimo. Con molti ci sono legami di amicizia e di stima, oltre a collaborazioni di vario tipo.

Passiamo al catalogo per il quale vale il motto: "nel catalogo piccolo c'è l'editoria buona"(era così, no?). Tra le tre cose che mi hanno colpita, la prima è l'assenza della "variante" digitale dei vostri titoli. Perché questa scelta?

Piccolo scoop: dal 2016 avremo anche un catalogo digitale. Quindi salto alla prossima domanda.

Il secondo aspetto che mi ha incuriosita è che, su diciassette titoli, ben dodici sono antologie o raccolte di racconti (e una raccolta di poesie! Pazzesco!), tra cui l'ultima fatica gorillesca "Voltaire Light". È una scelta che appare senza dubbio singolare visto che i racconti sono quella parte della narrativa, -e va a capire perché-, sempre un po' disprezzata dal lettore, tanto che pure molte case editrici, nella sezione "manoscritti", si premurano di avvisare il giovin scrittore sul non presentarsi con racconti. O poesie. E invece, voi, fate tutto al contrario. E questa cosa fa venire voglia di stringervi le mani e spiegazzarvi tutti. E di chiedervi: perché avete scelto di preferire le raccolte di mini-storie ai romanzi?

Ecco, questo invece non cambierà nel 2016, mi tocca rispondere. Per quanto possa sembrare strano, non si tratta di una scelta premeditata, semplicemente abbiamo cominciato a valutare testi senza pregiudizi nei confronti dei racconti. Mentre molti dei romanzi proposti ci deludevano, abbiamo trovato autori interessanti che si esprimono al meglio nella forma breve, e alla fine ci abbiamo preso gusto, sviluppando una predilezione per il racconto.

Il terzo aspetto che mi ha fatta innamorare del vostro catalogo è la sua composizione, che potremmo etichettare con il genere-non-genere del "surreale" e che a me ricorda, - non chiedermi perché -, la cinematografia di Terry Gilliam (regista, tra l'altro, del meraviglioso e all'uopo azzeccato "L'esercito delle dodici scimmie"). A questo punto, la domanda non può che vertere sulle menti che hanno permesso tutto questo: come e perché si diventa autore Gorilla Sapiens? In altre parole, come scegliete le vostre penne?

Direi che è un paragone lusinghiero, grazie. Sì, la tendenza al surreale e al fantastico è una caratteristica di buona parte del nostro catalogo, come del resto lo è l’impronta umoristica. Un immaginario sorprendente è quello che più ci colpisce, insieme alla cura della lingua. Purtroppo questi elementi non sono facili da descrivere. Voglio dire che non è sufficiente affastellare stranezze in un testo per fare letteratura del fantastico (non occorre, vero, specificare che non si tratta di fantasy?). Né setacciare il vocabolario alla ricerca di forme obsolete è sintomo di passione per la lingua italiana.

Socializzare è un verbo molto diffuso, forse anche impropriamente, nell'epoca dei nativi digitali e del social networking. Da poco siete approdati su Instagram che, tra i social network, è quello più frequentato da lettori ed editori. Quanto conta la "socialità digitale" per un editore? E come si colloca, in questo discorso, il rapporto di collaborazione tra editore e autore per la diffusione di un titolo?

Abbiamo un rapporto piuttosto giocoso e, direi, “estemporaneo” con i social. Ci piace l’idea di poter comunicare direttamente con chi ci segue, e anche di raccontare un po’ di noi e delle “avventure gorilliche”. Anche perché per noi ogni libro è una piccola impresa, piena di traversie e conquiste. Gli autori sono fondamentali per la diffusione del titolo, soprattutto se sono attivi sui social. Poi che tra “diffusione del titolo” e “vendita delle copie” ci sia una enorme distanza da colmare, beh quella è un’altra storia, anzi un’avventura.

Tra le attività di "socialità digitale" volte a diffondere la "cultura del libro", ogni tot mesi vengono proposte iniziative che hanno / avrebbero come scopo quello di spingere alla lettura gente che i libri li userebbe, al massimo, come elementi d'arredo e, all'occorrenza, come valida alternativa alla carbonella. Qual è la posizione del Gorilla su questo punto?

Il Gorilla è abbastanza diffidente, bisogna ammetterlo. Non abbiamo mai pensato che “far leggere la gente” debba diventare una crociata. Facciamo del nostro meglio per realizzare libri interessanti (interessanti per chi, poi? Il discorso si allargherebbe a dismisura…), ma convertire non è nelle nostre corde. Inoltre siamo convinti che la mancanza di curiosità non sia un problema che si può risolvere con un hashtag. Sarebbe invece da indagare quanto la socialità digitale permetta anche a realtà editoriali minuscole di raggiungere i lettori. Io non lo ho ancora capito, ma come dicevo il nostro uso dei social è un po’ troppo istintivo, e quindi probabilmente approssimativo.

Abbiamo quasi finito. Prima dei saluti, però, ti andrebbe di parlarci dei prossimi progetti/iniziative/appuntamenti o similia che il Gorilla sta allestendo?

Certo. Primissima cosa: anche quest’anno saremo a Più libri più liberi, dal 4 all’8 dicembre. Ci trovate al piano terra, praticamente di fronte all’ingresso, non riuscirete a schivarci, inutile che ci provate. Poi sicuramente ci saranno vari eventi, ma per restare aggiornati consiglio di seguirci alle pagine indicate nella prossima risposta. E poi, e poi… al momento sono iper-entusiasta per i primi due libri del 2016, ai quali stiamo lavorando, ma non posso dire ancora nulla, accidenti. Il 2016 comunque sarà un anno di sorprese gorilliche, promesso.

È davvero finita, ora ti libero. Ti ringrazio ancora per la disponibilità. Mentre rispondevi abbiamo provveduto, qui nella Riserva Indie, a costruire il tuo teepee accanto al totem della Grande Scimmia, quell'enorme monolite nero che vedi in lontananza. Non ci resta che lasciarci, quindi, con le indicazioni per raggiungere Gorilla Sapiens sul web

Grazie mille per l’ospitalità, ho sempre sognato di vivere in un teepee.
Ecco i contatti:


E poi, siccome non c’era già abbastanza da fare, abbiamo aperto un blog: il Blogorilla Sapiens, dove si possono leggere racconti inediti degli autori gorilla, robe varie delle tre gorille ed estratti dai libri. Questo il link: gorillasapiens.wordpress.com
Consiglio disinteressatamente di spulciarlo. Buona lettura!

Ringrazio Valentina per aver accettato di rispondere a queste dieci domande e non mi resta che accodarmi agli auguri di buona lettura.
E se con un Gorillibro è anche meglio ;)

Sono curiosa di leggere i vostri commenti! 


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