Recensione. LA STRANA BIBLIOTECA - Murakami Haruki

Buondì, cacciatori di storie.
Stamattina una recensione mignon per Haruki  Murakami e la sua Strana biblioteca


Questo volumetto edito da Einaudi, che aspettavo da mesi e che ho acquistato lunedì, uscendo dal cinema, con la voglia di leggere qualcosa di bello dopo la delusione dello spettacolo pomeridiano.

Ma lunedì doveva essere la mia "giornata della delusione", perché chiudendo il racconto mi è venuta voglia di scrivere sul retro della copertina un "non ci siamo" a caratteri cubitali, infilare La strana biblioteca in libreria e dimenticarla per sempre.


LA ATRANA BIBLIOTECA
Haruki Murakami[trad. Antonietta Pastore]
Einaudi, 88 pg., 2015, illustrato
15,00 €
Ebook disponibile

RECENSIONE.
Di solito, quando mi capita di leggere recensioni negative alle opere di Murakami, una delle "colpe" che si fa all'autore è di essere inconcludente. Con questo si tende a dire che le sue storie non vanno chissà dove; toccano molti punti senza mai arrivare al punto, si perdono in un complesso sistema di "multiversi" dove le cose che accadono hanno una pluralità di significati che disorienta il lettore e che, in conclusione, sembra non voler dire nulla.

Questo, che per altri è un difetto, per me è un enorme pregio. Ho scoperto Murakami leggendo La fine del mondo e il paese delle meraviglie, innamorandomi quasi all'istante del suo universo letterario e del suo modo di scrivere. Ed è vero: le sue storie spesso e volentieri sono viaggi che non hanno una destinazione certa, ma permettono al lettore di interpretare la storia in base alla propria personale visione del mondo.

Il punto è che, pur essendo una fan di Murakami non sono una sua groupie, e mi rendo conto che capita a tutti di scrivere qualcosa che non è proprio un capolavoro.

Con La strana biblioteca, per una volta, mi sento di dar ragione a chi accusa Murakami di "inconsistenza". Un vero peccato, perché dalla sinossi mi sarei aspettata qualcosa di davvero straniante, morboso o almeno vagamente inquietante, invece il racconto è solo una storia che ti lascia con la sensazione di aver letto niente. Una sensazione curiosa, strana senza dubbio, ma anche abbastanza deprimente.
Certo, trattandosi di un racconto non dovrei stare lì a cercare introspezione o chissà quali personaggi, ma dopo una partenza interessante (il vecchio bibliotecario odioso, il ragazzino che fa sempre quello che gli viene detto e il labirinto sotterraneo), la storia si perde in un onirismo (esiste come parola?) senza costrutto per giungere a un finale che, onestamente, mi sento di affermare di non aver capito.

Non so, probabilmente avrei dovuto leggerlo in un momento diverso, o forse si tratta di una di quelle situazioni tipo in cui ti aspetti A e dopo aver avuto B è normale che ti senti defraudato di qualcosa.

Per concludere, da questa lettura mi aspettavo un racconto superiore o equivalente a Sonno, che fa parte della stessa collana e che ho adorato. Non è stato così, sebbene le illustrazioni di LRNZ, davvero molto belle e suggestive, riescano in qualche modo a compensare la povertà della storia.
Lo avete letto?
Sono curiosa di leggere i vostri commenti!
E, come sempre, Buone letture ♥

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5 commenti

  1. Personalmente non sono una fan di Murakami, ho provato a leggere diversi suoi libri, ma non mi sono mai appassionata più di tanto, ma mi spiace che questo si sia rivelato una delusione! :(

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  2. Non ho ancora letto nulla di Murakami, e ogni qualvolta mi viene l'intenzione di prenderlo in mano, leggo qualcosa che non mi convince e mi fa desistere >-<

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  3. Io di questo libro non ci ho capito veramente niente. E dire che Murakami mi piace abbastanza. Se c'erano simbolismi, metafore, significati nascosti..io non li ho capiti.
    Ciao da Lea

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  4. Io l'ho trovato suggestivo e un atto di amore verso il lettore che può interpretare e immaginare come più gli piace. Per me è un omaggio al potere salvifico della letteratura e della cultura, che non si possono imbrigliare e che costano fatica ma ripagano di tutti gli sforzi. Complimenti all'autore proprio per aver lasciato la libertà al lettore di sognare e interpretare. La storia è tutt'altro che inconcludente

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  5. Sinceramente non vedo in questo racconto dove sia il potere salvifico della lettura e una biblioteca carcere proprio non la capisco. Il finale lo trovo piuttosto slegato dal resto. Il libro si presenta senza introduzione e lo credo bene! Chi si sarebbe azzardato a interpretare simboli e metafore??? Bellissime invece le immagini.

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