«I mici sono esseri lunari, sapete? Vivono sul lato che non possiamo vedere, sotto terra. Hanno una città di lana morbida e pietre preziose...» [Ivo Torello, Predatori dall'abisso, Edizioni Hypnos, p. 146, 2012]
Buon pomeriggio.
Mentre
molti di voi, reduci dal SalTo, sono lì a smaltire una certa
overdose da libri, io cerco di ricavarmi una nicchia nel vostro
angolo delle pagine da leggere con un nuovo romanzo da mettere in
wishlist.
Ed è una vera curiosità quella che vi propongo oggi, uno di quei
romanzi che chi frequenta il genere weird magari già conosce, ma
solo se è stato molto attento.
Oggi
vi parlo di Predatori
dall'abisso,
romanzo d'esordio di Ivo Torello (grafico, curatore editoriale, illustratore, scultore... lo trovate QUI, QUI e ALTROVE) pubblicato in quel lontano 2012
da Edizioni Hypnos.
Tit. PREDATORI DALL'ABISSO Autore. Ivo TORELLO Editore. Edizioni Hypnos Collana. Mirabilia Anno. 2012 Pagine. 208 Prezzo. 18,90 € |
E
sarò davvero molto breve, perché tutto quello che mi verrebbe da
dire su questo volumetto è: leggetelo, anche se solitamente prendete i
romanzi di genere con due dita e la faccia un po' schifata, come una
di quelle bestie viscide che bazzicano sul fondo degli stagni.
Leggetelo perché, prima di essere un bel romanzo di genere,
Predatori
dall'abisso è un bel romanzo d'evasione.
Una di quelle letture da divano o da letto che ti permettono di
staccare la spina per una o due ore e ti trascinano in questa Gran
Bretagna umidiccia e nebbiosa, tra contadini testardi come capre, folli paleontologi desiderosi di rivalsa e inquietanti creature che
provengono da universi remoti, evocate da un raffinato meccanismo
elaborato nientemeno che dal buon vecchio Cornelio Agrippa.
Tra l'altro, non soltanto
Predatori è il primo romanzo di Torello, ma è anche il primo
romanzo in cui appaiono Julius Milton e Thaddeus Walkley, indagatori
dell'occulto per caso e dei quali, si spera, sentiremo ancora
parlare.
E se parlarvi della vicenda di
cui tratta il romanzo (una detective story che tracima progressivamente nell'horror) farebbe venire meno il mio proposito di essere
breve (e in fondo ve l'ho già riassunto più su), credo
che un accenno ai protagonisti della storia sia quantomeno doveroso.
Partiamo da Julius Milton (che è anche colui che introduce la storia). Milton è un disilluso artista alla canna
del gas; appassionato di libri e affascinato dalla storia naturale, è
costretto, per sbarcare il lunario, a lavorare per uno squallido
varietè
londinese. Ma le strane emicranie di cui soffre, che lo privano della
visione dei colori e lo trascinano in incubi popolati da donne
urlanti, pianeti abitati da creature gigantesche e gatti con la pelle
di serpente, lo porteranno a decidere di partire da Londra per
raggiungere la plumbea cittadina di Kirsdale, che quei sogni sembrano
richiamare. Lì incontrerà Thaddeus Walkley, scienziato poco
ortodosso, ma non nel senso che gli attribuiremmo oggi, che si trova
a Kirsdale per motivi che sono affini a quelli del pittore. Walkley è
un convinto assertore della naturalità degli episodi spesso
bollati come sovrannaturali, perché tutto ciò che accade, anche
quello che non riusciamo a spiegarci, ha sempre un valido fondamento
scientifico. I due si legheranno, nel tentativo di scoprire quale
mistero fa razzia delle bestie e degli abitanti di Kirsdale; un qualcosa che proviene dal fondo del'abisso e che sembra collegato
sia agli strani sogni di Milton che al brutale omicidio di un
paleontologo, il professor Renwick, che nel castello lì vicino aveva riportato alla luce strani ed enigmatici reperti fossili.
A Milton e Walkley, mano a mano che la vicenda avanza e gli intrecci vengono svelati con la linearità di una trama ben studiata, si aggiungono una serie di personaggi tutti egualmente gradevoli (anche quelli che non lo sono affatto) e ben caratterizzati che, oltre ad arricchire il racconto, fanno affondare il lettore nella storia, gliela fanno vivere portandolo, ad esempio, a vedere il triste manicomio di Evanton e la soffocante cantina della villa di Renwick
Usando uno stile impeccabile,
semplice, pulito e con bellissime scene horror ricche di suspense, di suoni e di una innata capacità di descrivere l'indescrivibile, senza eccedere nell'infodump ma lasciando al lettore ampi margini di immaginazione,
Torello dà vita a una storia scorrevole e divertente, nel senso
migliore che diamo al termine; una storia in cui il sense of wonder
non viene mai meno ed è possibilissimo che macchine di Agrippa
riesumate dalla torba portino sulla terra ragni giganteschi ed enormi
gatti dalla pelle di serpente.
Insomma, il consiglio come al
solito è uno solo: segnatevi il titolo e mettetelo in lista.
Non ve
ne pentirete.
Buone letture ♥
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