IL PIGIAMA DEL GATTO, Ray Bradbury - Recensione

E rieccoci di nuovo qui, per parlare di nuovo di libri che sennò ci disabituiamo e poi va a finire che non ci risentiamo per altri due mesi.
Ora.
Come alcuni sapranno, ieri è stato un anniversario importante

Nel ricordare la morte (e soprattutto la vita) di Ray Bradbury, mi è sembrato carino proporre questa mezza recensione di Il pigiama del gatto, antologia messa assieme facendo un casino nella cantina di Ray, recuperando storie sepolte in armadi muffosi e valigie di cartone dove giacevano dimenticate persino dall'autore (be', qualcosa del genere). 


Partiamo col dire che, più che antologia, forse sarebbe meglio definire Il pigiama del gatto un collage di racconti, dato che manca un tema o filo narrativo che leghi tra di loro le varie storie. Tutto ciò che ha reso questi racconti inediti, - scritti in un periodo di tempo che va dagli anni '40 a i primi anni del 2000 - , meritevoli di far parte dell'antologia è essere stati scritti da Bradbury. 

Ed è proprio questo arco temporale così vasto la nota più interessante del volume. 

Il pigiama del gatto è una sorta di viaggio nel tempo nella storia e nell'evoluzione letteraria di uno scrittore. Ognuno di quei racconti descrive un passaggio, ci racconta qualcosa di Bradbury prima ancora che parlarci dei personaggi che nello spazio di poche pagine vivono e muoiono. 
Ogni frammento qui contenuto custodisce una parte del vissuto dell'autore: dallo strano uomo incontrato durante un viaggio con la moglie (nel bellissimo Il completista, forse il migliore tra i racconti qui raccolti), al ricordo di un amico d'infanzia (Crisalide); dalla vita nel post Depressione (Ci comporteremo normalmente), al confronto il sud del KKK (La trasformazione); dai ragni giganti incocciati in viaggio (Una questione di gusto) agli scatti di una rivista (Sessantasei) a tanto altro ancora... 

Riassumendo, molti dei racconti che leggerete si sono impossessati di me in questo o quel momento, e non mi hanno lasciato libero finché non li ha inchiodati alla pagina.Il mio demone parla, spero che voi lo ascoltiate. [Ray Bradbury, Il pigiama del gatto, trad. G. Lippi, Mondadori, 2014, p. 15]

Titolo. Il pigiama del gatto - racconti inediti
e ritrovati
Tit. or. The cat's pajamas
Autore. Ray Bradbury
trad. Giuseppe Lippi
Editore. Mondadori
Collana. Piccola biblioteca
Anno. 2014
prezzo. 12 €
pagine. 310
Ma ogni racconto segna anche un cambiamento nella scrittura (stile e immaginario) di Bradbury, come se ciascuna delle storie inserite nella raccolta fossero, in realtà, altrettante mute dello scrittore, pelli vecchie che si lasciava dietro, in attesa di trovare il suo equilibrio, il suo mondo narrativo. 

Se nei racconti della giovinezza la figura di Bradbury è ancora presente, tanto che spesso rasentano l'autobiografia, più ci si allontana dagli anni quaranta e meno questo legame si fa evidente: i racconti cessano di essere "memoria" e si trasformano in narrativa. 

Allo stesso tempo si assiste a un'evoluzione dello stile, che da didascalico si raffina e si arricchisce.

Ammettilo, sei un presuntuoso pieno di sé e con pericolose idee di autodistruzione. Idee nascoste, ovviamente. Nessuno ammette apertamente di voler morire, ma in qualche modo la cosa è là. [da Morte di un uomo scrupoloso in Ray Bradbury, Il pigiama del gatto, trad. G. Lippi, Mondadori, 2014, p. 118]

Ventuno racconti che spaziano dal noir alla fantascienza alla narrativa tout-court, per concludere con la prima e unica poesia mai scritta dall'autore, e che sono come ciottoli disseminati su un fiumiciattolo, che accompagnano il lettore lungo il percorso tortuoso che forma e fa nascere uno scrittore.

Non proprio una lettura imprescindibile, ma se siete affezionati al vecchio Ray credo che non dovrebbe mancare tra i vostri libri a scaffale. 


Buone letture ♥

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